Ne abbiamo sempre avuto uno, tutto nostro…
Non riuscivo a staccare gli occhi da lui, cos’era quella strana sensazione? Mi sembrava di aver finalmente trovato qualcosa che non sapevo nemmeno di aver a lungo cercato. E se, distogliendo lo sguardo, mi fossi poi accorta che non era reale?…
Continuai a guardarlo mentre se ne stava seduto su un gradino di cemento smangiucchiato, gli occhi fissi sul polso destro dove un bracciale in acciaio a maglia larga veniva instancabilmente tormentato dall’altra mano. Sentii l’irrefrenabile voglia di giocherellarci anch’io, forse così avrei potuto teletrasportarmi nello stesso mondo dove sembrava essersi intrufolato in quel momento…
Non capivo cosa mi attraesse tanto, né perché morivo dalla curiosità di conoscere tutto su di lui. Però, quando guardarlo non mi bastò più, feci pochi e rapidi passi e mi fermai a un paio di metri dal suo viso assorto.
- Ciao!
Alzò gli occhi e divenne improvvisamente rosso, credo per la sorpresa, poi ricambiò il saluto con un cenno del capo. Non mi sarei certo scoraggiata per così poco…
- Sai che, se fossimo in un film, questo sarebbe un perfetto primo incontro?
- È la cosa più assurda che abbia mai sentito.
- Te ne dico un’altra. Ti va di uscire con me stasera?
- Sono quasi le nove, tra un’ora scatta il coprifuoco. “Uscire” non mi sembra la parola più adatta… E poi siamo già fuori.
- Un’ora andrà benissimo! Anzi, un’ora è perfetta.
- Perfetta per cosa?
- Per emozionarmi. E per capire se, passato quel tempo, avrò ancora voglia di vederti oppure no. Un’ora basta per stare bene, senza correre il rischio di annoiarsi o… innamorarsi.
- Se fossimo in un film, un’ora basterebbe anche per innamorarsi. O hai un coprifuoco pure tu, oltre il quale non si va?
Ce l’ho, quel coprifuoco. La paura di sapere cosa c’è oltre…
Mi sedetti con lui e istintivamente misi la mano accanto alla sua, sul bracciale da cui non si era mai staccata.
- Voglio vedere dove porta.
- Un’ora andata e ritorno… Sarebbe troppo poco.
- Allora facciamo solo andata.
