C’era una volta un piccolo abete che viveva in un bosco insieme a tanti altri abeti. Ogni anno, quando arrivava l’inverno e la montagna si ricopriva di bianco, l’abete sognava di addobbarsi a festa e andare in città.
I suoi compagni però lo ignoravano e, tutte le volte che tentava di confidarsi, loro rispondevano in coro «È un viaggio lungo e insidioso, perché farlo? Si sta così bene qui!»
Ma il piccolo abete desiderava profondamente trasformarsi in un bellissimo albero di Natale e stare bene in quel bosco non gli bastava più.
Così un giorno, al cadere del primo fiocco di neve, il piccolo abete salutò tutti e si mise in viaggio, raccogliendo lungo la strada pigne, fiori colorati e rami con foglie di tutte le forme. Non poteva decorarsi con i ricchi addobbi degli abeti di città, ma avrebbe portato con sé ciò che amava della sua casa.
Quando finalmente giunse a destinazione, decise di fermarsi nella piazza della città, ma la gente passava senza neppure notarlo. Il piccolo abete era così sconfortato che iniziò a sentire tutto il peso degli addobbi che aveva addosso e tutta la stanchezza del lungo viaggio.
«Ho sbagliato, non sarei mai dovuto venire fin qui!» piagnucolò, facendo schizzare piccoli aghi ovunque.
Una bambina lo vide raggomitolato in un angolo e gli si avvicinò. «Che fai lì tutto solo, bell’alberello?» gli chiese.
«Nessuno ha bisogno di me» le rispose triste l’abete.
«Ma certo, il momento non è quello giusto… È ancora troppo presto per il Natale! Vieni con me, ti insegno io!»
La bambina e il piccolo abete studiarono per prepararsi alle feste e la sera della Vigilia tornarono in piazza. L’alberello era così colmo di gioia e si sentiva così grato al bosco che lo aveva cresciuto e alla bambina che lo aveva aiutato che iniziò a piangere. Le lacrime si trasformarono in bellissime palline di vetro appese ai suoi rami, una per ogni ricordo della sua vita. A quel punto il piccolo abete prese a brillare talmente tanto che i passanti si fermarono ad ammirarlo e tutti insieme festeggiarono, felici, l’arrivo del Natale.
