C’è un momento in cui l’esame fa quasi più paura del risultato…
Ero seduta lì già da un po’ e continuavo a fissarmi le scarpe, provando inutilmente a concentrarmi su qualcos’altro. Avevo sempre la testa piena di pensieri incasinati, com’è che ora che me ne serviva anche solo uno non riuscivo a trovarlo? Nervosismo su nervosismo.
- Preoccupata per il tampone?
Quella voce mi fece quasi sobbalzare. Alzai lo sguardo e di fronte a me vidi un ragazzo con i capelli chiari e un sorriso stampato sulla mascherina. Era piuttosto carino, se l’avessi incontrato in un’altra circostanza forse sarebbe stato bello conoscerlo meglio. Ma in quel momento non ero in vena di chiacchiere, così mi limitati ad annuire.
- Cosa pensi che spaventi di più, l’esame o il risultato?
- Scusa?
Lo seguii con lo sguardo mentre occupava il posto accanto al mio, con la distanza di un metro che ci separava.
- Intendevo dire che a volte dobbiamo affrontare delle prove così difficili da spaventarci quasi più dell’esito finale.
Continuai a restare in silenzio, mentre pensavo ai racconti di chi quel tampone l’aveva già fatto. Era vero, in quel momento avevo più paura dell’esame in sé che di essere positiva. Assurdo.
- Per esempio… Io nemmeno ti conosco ma vorrei lo stesso chiederti di uscire. Potresti dirmi di no o di sì, ma a quello ora nemmeno ci penso. Semplicemente non ho il coraggio di farlo.
Mi venne un po’ da ridere, ma fummo interrotti dalla voce di un’infermiera.
- Tocca a me.
Si alzò, mi strizzò l’occhio ed entrò nella stanza. Quando uscì mi disse di non avere paura, che il tampone era una cavolata e che mi avrebbe aspettata.
Subito dopo fu il mio turno, attimi lunghissimi di coraggio che qualcun altro (l’infermiera) mi aveva strappato con la forza.
- Bugiardo. Il tampone fa schifo.
- Alcune cose vanno fatte e basta. Inutile pensarci. Specie se vuoi arrivare al risultato sperato…
Rimasi ancora qualche istante davanti a lui, come a metabolizzare quello strano incontro, poi sorrisi.
- Se siamo tutti e due negativi, usciamo insieme.
